• 04/11/2020

Consigli per l’insegnamento della pronuncia: da livello elementare ad avanzato. Parte 1

In questo articolo e nel prossimo, Jennifer J. Lowe ci accompagnerà alla scoperta della pronuncia e del suo insegnamento a studenti di tutte le età. Jennifer è un’insegnante e ricercatrice, titolare dell’omonima scuola di inglese con sede in provincia di Milano. Fa parte del network di ricercatori freelance del team Corpus Linguistics and ELT Research della Cambridge University Press. Svolge attività di ricerca in linguistica dei corpora, grammatica, semantica e approcci cognitivi nell’insegnamento-apprendimento delle lingue. 

Nell’ambito dell’insegnamento della lingua inglese c’è spesso la convinzione che quasi non valga la pena insegnare esplicitamente la pronuncia perché sembrano non esserci regole e comunque ci sono un gran numero di eccezioni; agli studenti viene semplicemente detto di non preoccuparsi e che prima o poi svilupperanno la pronuncia corretta. Sebbene sia indubbio che la pronuncia della lingua inglese abbia le sue complessità, vale decisamente la pena insegnarla. Se semplifichiamo la procedura, focalizzandoci su un numero ridotto di fondamenti accuratamente selezionati, sono sufficienti poche ore di insegnamento per ottenere ottimi risultati e la capacità degli studenti di comprendere, e soprattutto di produrre, i suoni della lingua inglese migliora notevolmente. L’insegnamento esplicito di questi fondamenti è di aiuto agli studenti di qualsiasi livello. Comprendere che la pronuncia inglese non è casuale, come spesso si tende a pensare, contribuisce in modo significativo ad aumentare la sicurezza degli studenti e di conseguenza cresce anche la loro motivazione.

Quali sono questi fondamenti della pronuncia? Vediamoli in dettaglio.

1. Mostrate dove e come si producono fisicamente i suoni

Insegnare agli studenti come utilizzare bocca, lingua, gola e voce (fonetica articolatoria) per produrre i suoni dell’inglese è molto efficace. Comprendere esattamente dove i suoni vengono prodotti (luogo di articolazione) e come sono prodotti (modo di articolazione) li aiuta a visualizzare movimenti che non sarebbero normalmente visibili. Utilizzare un diagramma che rappresenta la sezione trasversale di una testa umana e gli organi preposti alla produzione dei suoni (Figura 1) è di grande aiuto. 

 

Figura 1:  Gli organi articolatori

Naturalmente i suoni su cui conviene investire maggior tempo sono quelli che non esistono nella lingua nativa dello studente o che si pronunciano in modo differente. Ad esempio, mostrare agli studenti dove posizionare la lingua per pronunciare le consonanti inglesi /d/ e /t/, li aiuta a pronunciare in modo corretto questi due fonemi. In Inglese, /d/ e /t/ sono consonanti alveolari (si pronunciano posizionando la lingua sulla porzione di palato appena dietro ai denti anteriori superiori) e non sono consonanti dentali (con la lingua appoggiata ai denti anteriori superiori) come in Italiano. Molti studenti non sono consapevoli di questa differenza e l’errata articolazione di /d/ e /t/ causa anche l’errata pronuncia del suono /ɪ/, in parole come “did” /dɪd/, che gli studenti tendono a pronunciare come se fosse “deed” /di:d/. Questo accade perché il suono /i:/ si produce vicino ai denti anteriori superiori e quindi più vicino alla /d/ dentale, mentre il suono /ɪ/ si produce vicino alla cresta alveolare e quindi più vicino alla /d/ alveolare. 

2. Insegnate la differenza tra consonanti sorde e sonore

Le consonanti sonore, come suggerisce il nome, vengono prodotte utilizzando le corde vocali (se tenete una mano sulla gola mentre pronunciate queste consonanti, potete effettivamente sentire una vibrazione), mentre le consonanti sorde vengono prodotte lasciando fluire l’aria e muovendo parti della bocca senza utilizzare la voce. In Inglese, i fonemi consonantici sonori sono /b/, /d/, /dʒ/, /g/, /v/, /ð/, /z/, /ʒ/, /m/, /n/, /ŋ/, /j/, /l/, /r/, /w/, mentre i fonemi consonantici sordi sono /p/, /t/, /tʃ/, /k/, /f/, /θ/, /s/, /ʃ/ e /h/.

Molte consonanti sonore hanno una controparte sorda, ad esempio /p/ e /b/ condividono lo stesso luogo e modo di articolazione, e l’unica differenza è la presenza o assenza di voce: /p/ è sorda (non c’è vibrazione delle corde vocali) e /b/ è sonora (le corde vocali vibrano).

Essere consapevoli di tali differenze è molto utile quando si insegna la pronuncia di -ed nel simple past e nel participio passato di verbi regolari. Se il verbo termina con una consonante sonora, la pronuncia di -ed è /d/, come in cleaned /kli:nd/; se il verbo termina con una consonante sorda, la pronuncia di -ed è /t/, come in stopped /stɒpt/.

Lo stesso principio vale per la pronuncia di -s nel plurale dei sostantivi e nella terza persona singolare dei verbi al simple present. Quando la -s è preceduta da una consonante sonora, si pronuncia /z/, come in jeans /dʒiːnz/ oppure cleans /kli:nz/; quando invece la -s è preceduta da un suono consonantico sordo, si pronuncia /s/, come in tops /tɒps/ oppure stops /stɒps/.

3. Utilizzate il trapezio delle vocali

Il trapezio delle vocali (anche noto come diagramma vocalico, trapezio vocalico o quadrilatero delle vocali) è una rappresentazione schematica dello spazio in cui la lingua si muove all’interno della bocca per produrre le vocali (Figura 2).

 

Figura 2: Il trapezio delle vocali: una rappresentazione schematica della produzione delle vocali 

Se i vostri studenti condividono tutti la stessa lingua madre (L1), è utile mostrare loro non solo il trapezio vocalico per le vocali standard inglesi ma anche il trapezio vocalico delle vocali della loro lingua nativa, tenendo a mente che esistono differenze regionali. La maggior parte dei miei studenti sono italiani, quindi utilizzo un trapezio vocalico con i monottonghi dell’inglese britannico standard paragonati ai monottonghi dell’italiano standard (Figura 3).

 

Figura 3: Vocali nell’inglese britannico standard e vocali nell’italiano standard.

4. Avvaletevi di un grafico fonemico

Un grafico fonemico (phonemic chart) può riassumere una grande quantità di informazioni. Quello nella figura 4, ad esempio, utilizza sfondi di colori diversi per mostrare le consonanti sorde, quelle sonore e la lunghezza delle vocali (lunghe o corte).  Le coppie di consonanti sonore-sorde (i.e., p-b; t-d…) sono collegate da una linea orizzontale. Avere un grafico fonemico sempre a disposizione può essere molto utile, in modo da poter mostrare agli studenti le differenze tra i suoni ogni qualvolta abbiano bisogno di un chiarimento. Un’idea potrebbe essere quella di far stampare una tavoletta di plastica formato A4 con il grafico fonemico su un lato e il trapezio delle vocali sull’altro in modo per averla sempre a disposizione ovunque si vada ad insegnare. Io la trovo particolarmente utile per i corsi aziendali, poiché chi ha necessità di parlare l’inglese per scopi lavorativi è sempre molto interessato ad imparare come evitare possibili incomprensioni che potrebbero essere generate da errori di pronuncia.

 

Figura 4: Grafico fonemico

Questi sono solamente alcuni elementi “tecnici” di base che è opportuno padroneggiare quando si insegna la pronuncia e ogni sforzo in questo senso sarà sicuramente ricompensato. A scuola vengono raramente insegnati principi di fonetica, ma se trovate il modo giusto per avvicinare gli studenti a questi pochi principi di base, potete star certi che risponderanno con entusiasmo e li troveranno veramente illuminanti. Se questi consigli vi sono stati utili, non perdetevi il mio prossimo articolo con ulteriori fondamenti di pronuncia che i vostri studenti sicuramente apprezzeranno.

Autrice: Jennifer J. Lowe - Insegnante e ricercatrice


Jennifer J. Lowe è un’insegnante e ricercatrice, titolare dell’omonima scuola di inglese con sede in provincia di Milano. Fa parte del network di ricercatori freelance del team Corpus Linguistics and ELT Research della Cambridge University Press. Svolge attività di ricerca in linguistica dei corpora, grammatica, semantica e approcci cognitivi nell’insegnamento-apprendimento delle lingue.

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