• 02/11/2020

Il “Great Reset”

Ben Goldstein ha fatto parte della nostra Cambridge Live Experience a Settembre con la sua sessione “The Great Reset?” in cui ha posto alcune domande pungenti sul futuro dell’insegnamento dell’inglese dopo il lockdown. Termini come “new normal” o “great reset” sono usati sempre più spesso di questi tempi per parlare del modo in cui l’istruzione cambierà in risposta alla pandemia. L’uso di testimonianze dirette degli insegnanti è alla base della sua ricerca, in cui cerca di capire quanto sia fondata l’affermazione secondo cui la didattica delle lingue sarà completamente trasformata in futuro.

A distanza o online?

Ho iniziato analizzando i termini che abbiamo usato per descrivere il nostro lavoro durante questi tempi. Qui, ho marcato una distinzione fra insegnamento “a distanza” e “online”. 

Come suggerisce Julie Moore sul suo blog, il termine “remote” (a distanza) è stato usato molto fin dall’inizio del lockdown per descrivere la tipologia di didattica emergenziale che si era resa necessaria. Insegnamento “online”, d’altro canto, suggerisce una modalità fissa e prestabilita, con contenuti progettati per essere usati al 100% online. “A distanza” implica un adattamento del materiale pensato per le lezioni in presenza e un certo livello di improvvisazione. Ovviamente, gli insegnanti si sono trovati ad adattarsi molto in fretta attraverso Zoom e altre piattaforme. In questo tipo di contesti, il termine più adatto credo sia “a distanza”.

Quindi, quando la gente parla della didattica online come il futuro dell’istruzione, e di come noi tutti dobbiamo adattarci a questa nuova realtà, credo sia importante sottolineare che quello che la maggior parte di noi ha fatto in questi ultimi mesi non è stata didattica online.

Vantaggi e svantaggi della didattica a distanza

Nonostante il fatto che questa transizione frettolosa dalla didattica in presenza a quella a distanza non avrebbe potuto essere più traumatica, sono emersi molti vantaggi. Dalle testimonianze che ho analizzato, posso dire di poter distinguere cinque principali pro per gli insegnanti:

  • Tutti abbiamo un nuovo repertorio di competenze a nostra disposizione.
  • Il bisogno di adattarci così in fretta ai nuovi contesti ha portato a un livello più alto di creatività, flessibilità e propensione al rischio nella nostra prassi lavorativa.
  • In molti casi, gli insegnanti hanno creato legami più forti con i loro studenti.
  • C’è stata maggiore collaborazione fra insegnanti e un maggior senso di comunità, una sensazione di “siamo tutti sulla stessa barca”.
  • Il benessere e la resilienza degli insegnanti sono stati fra le preoccupazioni principali.


Chiaramente, l’esperienza di ogni singolo insegnante è unica ma dalle stesse fonti citate sopra, direi che i cinque principali contro identificati dagli insegnanti sono questi:

  • In un ambiente “a distanza”, gli insegnanti devono dare maggiore autonomia agli studenti, e certi insegnanti potrebbero essere meno preparati di altri a farlo.
  • Lavorare da casa può risultare in una destabilizzazione dell’equilibrio fra vita privata e lavoro, con insegnanti costantemente impegnati.
  • Ѐ più complicato dare feedback, empatizzare e verificare se gli studenti hanno compreso una spiegazione, specialmente quando gli studenti hanno le telecamere spente.
  • Gli insegnanti hanno l’impressione di riuscire a coprire meno argomenti nello stesso lasso di tempo quando insegnano a distanza.
  • Alcuni studenti possono opporre resistenza al formato a distanza, ad esempio possono pensare che il modo in cui viene fatta lezione tolga valore al corso.


Alcuni consigli

Dopo aver intervistato svariati insegnanti sulla loro esperienza, posso dare alcune raccomandazioni finali:

  • Potrebbe essere necessario essere più consapevoli dei bisogni dei singoli studenti, in particolare del loro accesso alla tecnologia e del supporto che hanno a disposizione. La pandemia ha accentuato il “digital divide” e le lezioni a distanza rimangono inaccessibili a molti. In alcuni contesti, potrebbe essere necessario ricorrere a qualche idea per incorporare una qualche sorta di materiale didattico fisico nella lezione.Questo webinar di Raquel Ribeiro offre alcuni ottimi esempi.
  • Metti il tuo benessere e quello degli studenti al centro di quello che fai. Il trauma della pandemia è stato condiviso. In questo clima, le preoccupazioni di natura sociale ed emotiva sono tanto importanti quanto quelle di tipo pedagogico. Il nostro lavoro è anche quello di prenderci cura degli altri, non solo di farci portatori di contenuti. Per un ottimo esempio di iniziativa su questa questione, guarda il video di Paolo Capistrano.
  • Abbiamo tutti sviluppato un nuovo set di competenze molto rapidamente, per tenerci al passo con le lezioni a distanza. Non dimentichiamole quando torneremo ad un contesto in presenza, molte saranno applicabili anche lì.
  • Un’attitudine positiva alla didattica a distanza può fare la differenza fra una lezione di successo o meno. Non paragonare per forza una lezione da remoto con il suo equivalente in presenza.
  • Anche se insegnare a distanza è molto difficile sotto diversi aspetti, le buone pratiche dell’insegnamento rimangono le stesse. Quindi, fai quello che sai fare meglio, qualsiasi sia il contesto!


Un “Great Reset”?

Sembra chiaro come alcuni all’interno del settore Ed Tech vorrebbero che il “Great Reset” diventasse realtà. Di fatto, quelli “che contano” stanno perseguendo uno spostamento ad un ambiente di insegnamento online permanente e stanno usando la pandemia per accelerare questo cambiamento. Quel che è certo è che alcuni grossi cambiamenti avverranno, accompagnati da una generale maggiore apertura alle tecnologie per la didattica. Nonostante questo, non vedo rivoluzioni all’orizzonte e gli insegnanti non dovrebbero sentirsi intimiditi da tali trasformazioni.

Per approfondire questo tema, guarda qui sotto il talk di Ben alla Cambridge Live Experience:

Autore: Ben Goldstein Autore, insegnante e trainer

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